Questo è il cartello che dovrebbe introdurre un video che mostra gli ufficiali della guardia costiera che pescano i cadaveri di ragazzi e ragazze africane come fossero grovigli di alghe galleggianti. Un video che mostra il cerchio del faro sull’acqua che si sofferma su un braccio alzato a chiedere aiuto. Sono due persone, ma solo una è viva, l’altro è un cadavere che fa da salvagente.

Un video buio e confuso che mostra gli attimi di terrore e il suono delle urla prima che la barca si rovesci, le persone aggrappate l’una all’altra che si trascinano a vicenda in mare nel tentativo di rimanere a bordo. Dei ragazzi sulle barche stretti come fossero in un autobus di pendolari nell’ora di punta, ma non per mezz’ora, per due giorni. In piedi appiccicati l’uno all’altro su un barcone arruginito che vacilla come un’altalena, con le ossa inzuppate del gelo umido di una notte sul mare. Di Abasi, il ragazzo che indossa una maglietta del milan che ad un certo punto si affaccia sul lato della barca per vomitare nauseato dalla puzza di sudore, di piscio e di escrementi che rimane forte anche se la barca è scoperta. Le immagini dei ragazzi che si imbarcano di notte sulle coste della libia con nello sguardo il terrore del viaggio, ma anche la convinzione che il primo mondo regalerà loro un pò di umanità e un pò di soldi da spedire alla loro famiglia.

Un filmato che mostra il momento in cui la mamma di Abasi lo abbraccia sull’uscio di casa cercando di trattenere le lacrime perché vuole per il figlio qualcosa di più della povertà che lei può offrirgli. Con la faccia tirata e con la mano sulla bocca per trattenere le parole “non andare!”.

Il momento in cui Abasi sceglie la maglietta del milan con il numero 10 di Pirlo per venire in italia, convinto che in quel modo sarebbe stato accolto come un fratello dagli italiani.

Il momento in cui conosce lo scafista in un angolo della strada e i suoi occhi sgranati di quando realizza che i soldi necessari per imbarcarsi sono quelli che la sua famiglia di otto persone usa per mangiare in un anno.

Un documento che mostri una povertà fuori da ogni possibile comprensione per noi che stiamo da questa parte. Un video che dovrebbe essere imposto in stile arancia meccanica a tutti noi e soprattutto ai governanti del cazzo del nostro mondo civilizzato del cazzo. Perché forse solo così rischieremo di urtare la loro sensibilità e tirar fuori dalla loro anima quel mezzo centimetro di umanità che forse gli è rimasta vivendo tutta la loro vita nei palazzi dorati.