Li bombardiamo, li respingiamo, li discriminiamo. Loro reagiscono e noi ricominciamo più forte a bombardarli a respingerli e a discriminarli. Qual’è la logica secondo cui pensiamo che questo possa un giorno finire?
Leggo analisti che auspicano soluzioni come un inasprimento dei controlli negli aeroporti anche prima di entrare nella zona d’imbarco. Poi inaspriremo i controlli ai concerti, poi alle partite di calcio, al capodanno, nelle metropolitane, nelle scuole, nei mercati, nei centri commerciali, nei ristoranti, nelle piazze, ai monumenti.
Inaspriremo la nostra vita perché non vogliamo rinunciare all’occupazione e al saccheggio le risorse naturali di quei paesi.
Moriamo a casa nostra solo per colpa nostra. Perché non siamo in grado di liberarci dai circoli di potere che governano i nostri paesi. Perché non siamo in grado di riconoscere un governante che si presenta come nuovo, ma che è ancora una volta la mano operante della stessa plutocrazia che ci ha portato dove siamo oggi. Che bombarda per rappresaglia dopo un attacco terroristico o che occupa i territori stranieri come l’Italia farà a breve con la Libia.
ps
la stessa immagine del mio ultimo post. Non è un caso