La sibilla femen sulle tette aveva scritto uno dei risultati importanti di questa elezione. Berlusconi è scaduto. Tiro un piccolo sospiro di sollievo. L’altro risultato importante è che un altro impostore sia scaduto. Renzi ha ingannato gli italiani che avevano voglia di sinistra mostrandosi come il cavaliere rosso, ma senza portare avanti uno che sia uno solo dei valori della sinistra.
Un PD che toglie l’articolo 18, che precarizza il lavoro o che tenta una riforma costituzionale a favore dei poteri forti, ha sbriciolato la fiducia degli italiani nei partiti di sinistra e il 18% è il risultato.
La caduta della sinistra e l’avanzamento della destra sono colpa degli elettori progressisti che, ciechi, hanno messo i loro valori (che sono anche i miei) nella mani di Matteo Renzi.
L’argine alle destre in Italia è il M5S, io sono d’accordo. Gli elettori che hanno riposto la loro fiducia nel M5S sono per larga parte cittadini arrabbiati, non sottili analisti politici. Senza l’alternativa del M5S, la rabbia sarebbe approdata nei tre partiti della coalizione di destra se non addirittura nei partiti estremi dichiaratamente fascisti. Definire il M5S un partito di destra la trovo un analisi molto superficiale.
Quello del M5S però è un gruppo in cui io non ripongo alcuna fiducia. Se nella prima infornata di parlamentari del 2013 siamo riusciti a trovare a malapena qualche elemento che non vaneggiasse di complotti e sbraitasse di onestà senza padroneggiarla realmente, questa volta temo che l’impresa sarà ancora più ardua, come del resto abbiamo già avuto modo di vedere prima ancora che si svolgessero le elezioni sulle questioni degli infiltrati e dei massoni. Lo sapremo nei prossimi mesi, spero di sbagliarmi.
Non credo che il M5S abbia la maturità per affrontare i grossi temi che normalmente si richiedono ad una forza di governo, l’istruzione, la sanità, l’economia, le infrastrutture o i rapporti con gli stati esteri.
Sarei contento se solo riuscisse a fare quello per cui il M5S è nato, cioè scardinare le impalcature di potere messe sù nei decenni passati dalla DC, da Craxi, Berlusconi, D’alema e da buona parte della sinistra “moderata” degli ultimi anni che è stata spalla complice di questi criminali. Sarebbe sufficiente per me se regolasse le influenze lobbiste sulla politica, rifacesse una legge elettorale degna di un paese moderno che non sia cucita su misura su uno o due partiti, riportasse all’indipendenza la RAI per farla diventare una fonte di informazione pulita per il paese, rivedesse completamente i modi e i metodi di finanziamento dei partiti, insomma se tentasse di riportare il mestiere della politica ad essere un servizio di stato, un servizio per la comunità e non una fonte vitalizia di denaro e di potere a cui abbeverarsi avidamente per sempre.
Solo dopo che tutto questo è stato fatto, la Politica maiuscola potrà tornare a riprendere il posto che le spetta, potremo ricominciare a parlare di destra e di sinistra e potremo confrontarci sui programmi.
La parole difficile sarebbe un eufemismo per descrivere questo compito per il M5S, perché l’armata brancaleone grillina, anche se dovesse essere mandata da Mattarella sul trono del comando, dovrà affrontare una classe dominante scafata, smaliziata, esperta e spietata che farà di tutto per rimanere aggrappata al proprio ventaglio di privilegi.
Non posso dire di essere soddisfatto da queste elezioni, nessuno all’orizzonte che mi rappresenti neanche lontanamente. Ma certamente hanno perso quasi tutti quelli avrei voluto perdessero, che è un obiettivo mesto, ma è tutto quello a cui mi sentivo di ambire in questa tornata. Se al M5S sarà data l’opportunità di tentare, spero non si faccia guidare dalla brama di consenso che ha avuto negli scorsi 5 anni e faccia invece qualcosa di importante per la politica italiana.
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