Tralasciamo l’estetica, non è la cosa più rilevante quando parliamo del Cybertruck di Tesla, personalmente non la trovo piacevole, ma è solo questione di gusti. Anzi apprezzo l’intraprendenza di avviarsi su nuovi sentieri del design.
L’intraprendenza non è certo qualcosa che manca a Elon Musk, ha investito su innumerevoli filoni di ricerca e sviluppo e alcuni di questi sono decisamente ragionevoli. Energia solare e stoccaggio dell’energia sono investimenti decisamente orientati verso il futuro. Peccato che, per il momento, i suoi soldi non abbiano portato grandi rivoluzioni né scientifico tecnologiche, né culturali o di costume.
Infatti sono poche le idee di Elon Musk hanno un respiro di futuro. Personalmente non credo che sia lui la migliore persona a cui chiedere quando si vuole sapere qualcosa sul futuro, chiederei piuttosto a gente come Ray Kurzweil, Bill Gates o i ragazzi di Google.

Per quanto il design e il nome tradiscano decisamente la volontà di posizionarsi nell’immaginario collettivo come l’auto del futuro, il Cybertruck di Tesla è secondo me la sintesi di una parte di umanità che vuole rimanere ancorata al passato. Il Cybertruck di Tesla si presenta come futuro, ma è nato vecchio.
Fra le caratteristiche più pubblicizzate di questo nuovo veicolo c’è il fatto che sia antiproiettile. Tralasciando il fatto che Tesla dovrebbe investire più tempo a provare le presentazioni dei propri prodotti e trascurando anche questo sconfortante aspetto della cultura statunitense dei proiettili, costruire un’automobile bulletproof vuol dire essere legati ancora al mondo che stiamo per lasciarci alle spalle. In futuro infatti non saranno i proiettili a fare del male, saranno gli attacchi informatici. Già oggi, tra i più grossi danni al pianeta lo hanno fatto delle infiltrazioni di fake news nei social network in occasione dell’elezione di Donald Trump come presidente degli Stati Uniti. Il futuro del crimine è il furto di bitcoin, la frode su blockchain o il raggiro di un sistema di riconoscimento biometrico. Di proiettili nel futuro ne vedremo sempre meno. Se si vorrà far male ad una persona la si scollegherà dal cloud, non le si sparerà con un’arma da fuoco. Costruire un’auto pubblicizzandola come antiproiettile è fra le cose più antiche viste di recente. Sarebbe stata un’ottima idea da proporre nel far west del 1800, nell’italia degli anni di piombo o a Nairobi negli anni 90.

Ma l’aspetto che più di ogni altro lega il Cybertruck al passato che stiamo superando sempre più velocemente, è il fatto che sia un’auto che ha bisogno di un essere umano per essere guidata.
Le auto a guida autonoma di livello 5 (fully autonomous) sono dietro l’angolo, nel 2020 le maggiori case produttrici hanno promesso il rilascio dei primi modelli, e questo porterà una tale rivoluzione nel mondo del trasporto che la proprietà privata delle automobili non avrà più senso.
I mezzi di trasporto saranno per lo più posseduti da società private o pubbliche che le noleggeranno come servizio ai cittadini. Quando dovremo spostarci da casa a lavoro, basterà programmare il punto di partenza dove un veicolo autonomo verrà a prenderci, e il punto d’arrivo dove ci lascerà prima di continuare col suo servizio per altre persone. Autonomamente.
Se dovessimo andare a vedere uno spettacolo, probabilmente il teatro metterà a disposizione delle auto autonome per venirci a prendere a casa e riportarci indietro agli orari dello spettacolo, calcolando perfettamente i tempi di percorrenza, compresi di traffico e imprevisti.

Inutile dire che i costi di un servizio di spostamento come questo siano nettamente inferiori di quelli di possedere un proprio veicolo. Spariranno i costi di acquisto, manutenzione, carburante, incidenti, assicurazione, etc. Dimenticheremo i problemi di parcheggio, così come si ridurrà drasticamente il numero di automobili presenti per le strade.
Questo non succederà fra 20-30 anni, succederà fra meno di 10 anni (stima pubblica, la mia stima privata è più ottimistica) e si diffonderà velocemente dai centri alle province, ma non perchè è figo, ma perchè è incredibilmente conveniente dal punto di vista economico.

In fine una delle cose più sconfortanti di questo prodotto, che purtroppo che venderà moltissimo, è l’Orgoglio Alpha di cui il Cybertruck è grondante. Una cultura, purtroppo prettamente maschile, che viene ancora alimentata da prodotti come questo. La “presunta” resistenza dei vetri ai proiettili, le martellate allo sportello per mostrarne la resistenza, il pubblico braccio di ferro con il rivale della Ford davanti alla telecamera di Twitter, sono tutte caratteristiche sexy all’occhio di un maschio alpha con le tipiche insicurezze da ipodotato che necessita di un eso-cazzo per impressionare la platea.

Insomma il fatto che da bambino Elon Musk fosse un ragazzetto minuto, costantemente bullizzato dai compagni, ha certamente avuto dei risvolti nelle sue scelte come imprenditore una volta diventato ricco e potente.