Ieri sono andato nel mio alimentari di fiducia, ci vado tutti i giorni. Raggiungo il bancone e la ragazza, sempre ben vestita e dai modi gentili apre un sorriso luminoso e mi dice: “buongiorno Alessandro, cosa posso darti stamattina?”
Io sorrido di rimando e abbasso lo sguardo sul banco con i prodotti in esposizione.
Era tutto pieno di merde. Di tutte le forme e sfumature di marrone. Allungate, intrecciate, decorate. Solide, sciolte, compatte e a tocchetti. Poi con le nocciole, con i pistacchi e con la panna sopra.
Davanti a tutta questa scelta mi sono sentito un po’ in imbarazzo, non sapevo proprio cosa prendere fra tutto quel ben di Dio. La ragazza, sempre sorridente, mi sollecitava con lo sguardo, mi metteva un po’ di pressione a dire il vero.
Quindi ritorno a scegliere.
Le faccio un po’ di domande sui differenti prodotti e lei risponde sempre tempestivamente mantenendo quel sorriso rassicurante.
“Ma sono fresche?”
“Tutte fatte stamattina!” Mi risponde risoluta.
Chiedo di assaggiare la merda con i pistacchi perché è un esperimento nuovo che mi stuzzica un po’.
“Certamente” risponde lei prendendo un cucchiaino di plastica da sotto quel bellissimo bancone.
Metto il cucchiaino in bocca e comincio a spalmare quella prelibatezza sul palato per sentirne le sfumature. La gusto atteggiandomi anche un po’ da esperto davanti a quella ragazza così carina che attendeva la mia scelta.
“Questa è una chicca” le dico.
Lei compiaciuta annuisce.
“Mi chiedevo quali fossero le proprietà nutrizionali delle nocciole, avresti per caso la tabella nutrizionale? Sai, ci tengo ad informarmi bene prima di scegliere”
“Ci mancherebbe, ecco, su questo depliant trovi le informazioni dettagliate su tutti i nostri prodotti” risponde lei cominciando a mostrare qualche segno di impazienza.
Sono ancora davvero indeciso, ma lo sguardo della ragazza comincia a diventare troppo pressante, devo scegliere.
“Va bene, dammi quella alla panna, la conosco già, vado sul sicuro”
“Ottima scelta” risponde lei.
La mette in un sacchetto, me la consegna e pago.
“Ciao Alessandro, alla prossima”
“Ciao quattro marzo”
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