Sul cemento la vita non nasce. Serve a tanti scopi il cemento, ma non alla vita. Ma la vita decide di succedere lo stesso, per caso.

Per caso un rubinetto che per tutta la sua esistenza ha tenuto a bada l’impeto dell’acqua, corroso dal tempo, dal calcare e dal sole, involontariamente lascia andare qualche goccia come anche al più valoroso dei generali può accadere nella sua ultima stagione.

Per caso qualcuna delle foglie che in autunno volteggiano insieme alle lingue di vento incanalate fra i palazzi, tocca il cemento bagnato ed appesantita dell’acqua, si ferma in quel punto.

Per caso il padrone di quel cemento per automobili non si cura di tenerlo in ordine. Lascia li quel cumulo di foglie che l’albero di noci voleva regalare al terreno, nonostante per l’uomo siano solo disturbo o sporco da ripulire.

Per caso un seme d’anguria, magari rimbalzato da una finestra dopo un pranzo estivo, atterra in quel punto e per caso tutto il resto, sole, batteri e insetti, trovano la giusta sintonia per accendere un’altra esistenza.

Così per caso sul cemento destinato alle automobili, tutti gli attori della vita si ritrovano e si accordano per dare il via ad una nuova avventura, l’avventura audace di un’anguria che vuole crescere sul cemento.

Tutti i personaggi di questa storia avevano fatto altri progetti. Nessuno aveva programmato di raggiungere quel giorno e in quel modo lo scopo ultimo della propria esistenza, generare la vita.

Succede però che abbandonati ai vortici imprevedibili degli eventi si sono incontrati e per caso, lo hanno fatto.